Il legno nel Neolitico
Le eccezionali condizioni ambientali dei depositi e il buon livello di conservazione dei resti lignei hanno consentito di trovare alcuni attrezzi e contenitori in legno che sono di solito rari negli altri siti neolitici italiani in area umida; le collezioni più ricche di oggetti di questo tipo sono, infatti, quelle di alcuni villaggi dell’età del Bronzo del Trentino e della Lombardia.
I manufatti in legno del Palù documentano comunque diversi aspetti del vivere quotidiano: l’utilizzo di imbarcazioni, il trattamento e la conservazione di derrate o liquidi in contenitori, i lavori agricoli, la carpenteria, ecc.
Per la costruzione di questi oggetti gli uomini del Neolitico hanno fatto una scelta delle essenze arboree disponibili sulla base delle qualità e caratteristiche tecnologiche del legno: quali la durezza, l’elasticità, la resistenza agli urti, la facilità di lavorazione. Inoltre, a seconda della forma finale dell’oggetto si utilizzavano parti diverse dell’albero: una biforcazione di ramo, un largo ceppo oppure un ramo leggermente curvo.
Il legno del corniolo/sanguinella è duro e robusto ed è spesso impiegato per fabbricare attrezzi agricoli, manici e cunei; nel nostro caso è stato scelto per uno strumento agricolo, un uncino o zappa.
Le querce caducifoglie rappresentavano probabilmente le specie più diffuse: il loro legno può essere utilizzato per ogni tipo di lavorazione, sia in carpenteria sia per manufatti di più piccole dimensioni. E’ un legno piuttosto pesante e questo, talvolta, può essere un limite al suo impiego. La quercia è molto comune tra il materiale da costruzione delle capanne del villaggio, ma è poco impiegata per gli attrezzi e i contenitori; conosciamo infatti un solo frammento di remo/pagaia in legno di quercia.
Il legno di frassino è robusto ed elastico, costituendo un ottimo materiale per gli oggetti sottoposti a forti sollecitazioni come l’altro frammento di remo/pagaia rinvenuto nel 1983. La fusaggine è una specie che si presta molto bene, anche in tempi recenti, alla fabbricazione di fusi o manufatti appuntiti, come in parte doveva essere una spatola di raffinata fattura. Il legno di acero è facilmente lavorabile e di notevole effetto estetico; esso è stato infatti utilizzato per la fabbricazione di contenitori anche di pregio come delle piccole ciotole. Il legno di faggio è uno dei più resistenti, pesanti e robusti, ma si lavora bene e può essere ben rifinito; esso è perciò un ottimo materiale per la fabbricazione dei manici delle asce in pietra neolitiche o in metallo come confermano diversi ritrovamenti più recenti effettuati nei villaggi dell’età del Bronzo.