Patrimoni storici e naturalistici da tutelare
Le zone umide sono ambienti di straordinaria varietà biologica, ma anche fortemente vulnerabili a causa delle alterazioni provocate dall’uomo. Solo negli ultimi 50 anni, quasi la metà delle aree umide del mondo sono andate perdute, riducendo profondamente la biodiversità e il numero delle specie viventi.
Nella fascia climatica temperata, che contraddistingue le nostre regioni, non esistono ambienti altrettanto ricchi di specie viventi; il motivo di ciò risiede nell’elevata produttività di biomassa vegetale spesso associata a un alto livello di diversificazione delle specie vegetali e animali in spazi limitati.
Le zone umide dell’area alpina sono state poco frequentate nel passato; dopo le fasi di occupazione nel corso della preistoria, esse persero interesse nel tempo, perché considerate zone insalubri, inutilizzabili per le coltivazioni e fonti di malattie.
Solo dall’Ottocento con lo sviluppo delle opere di bonifica ed estrazione industriale della torba come combustibile o fertilizzante, le aree umide cominciarono a essere nuovamente frequentate e acquisirono un nuovo interesse, come luoghi di attività agricola o di reperimento di materia prima e fonti di guadagno economico.
L’avvio di tali attività consentì di scoprire i primi villaggi palafitticoli preistorici, ma produsse allo stesso tempo rilevanti trasformazioni del caratteristico ambiente naturale e la parziale, o totale, distruzione di molti siti archeologici preservatisi sino ad allora pressoché integri.
Ai nostri giorni, le zone umide, e i siti archeologici sepolti in esse, continuano a essere minacciati da altre cause: erosione, di bonifica e dragaggi, opere urbanistiche, discariche, ecc. Con il tempo è cambiata per fortuna la sensibilità verso queste aree, benché esse stiano regredendo di numero ed estensione.
Le zone umide non sono più percepite come luoghi malsani e pericolosi, ma come un eccezionale patrimonio naturalistico e ambientale da proteggere, valorizzare e far conoscere come mete importanti del turismo culturale.
L’interesse per tali aree è naturalmente accresciuto dalla presenza di insediamenti preistorici che rendono questi luoghi, oltre che degli scrigni che custodiscono un patrimonio di forme viventi di eccezionale varietà, anche degli archivi storico-archeologico e paleoambientali di grande importanza.
L’ambiente del Palù, grazie alle sue particolari condizioni geologiche, idrologiche e vegetazionali, è una località di grande interesse naturalistico per la presenza di piante tipiche delle aree umide come i larici, gli ontani, i pioppi, i salici bianchi, per le diverse specie di uccelli che nidificano o semplicemente sostano temporaneamente nel suo territorio, per i piccoli e grandi mammiferi che lo frequentano durante l’anno e, infine, per gli insetti di ogni tipo che lo popolano. La ricchezza biologica del Palù rende questa zona un rifugio importante per numerose specie viventi dal momento che gli ambienti acquatici e umidi sono sfortunatamente in forte deterioramento in molte aree della pianura e pedemontata veneto-friulana.
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