La cultura dei vasi a bocca quadrata
Il passaggio tra il Neolitico e l’età del Rame è un importante momento di cambiamento economico e sociale, perché registra la scoperta e diffusione della metallurgia del rame tra i gruppi preistorici europei ed italiani. La fase finale del Neolitico, a cui si può attribuire i resti del villaggio di Palù di Livenza, è indicata come Neolitico recente ed è databile tra il 4.300 e il 3.800-3.700 circa a.C.
Questa fase è caratterizzata dagli aspetti finali della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata, così chiamata dalla particolare foggia dei recipienti. Tale cultura si diffuse nel corso del V millennio a.C. su buona parte dei territori dell’Italia settentrionale, costituendo una delle entità culturali neolitiche più importanti e particolari della Penisola italiana; essa è stata distinta in tre fasi sulla base delle differenze registrate nelle decorazioni dei vasi.
Alla III fase o “Stile a incisioni e impressioni” vanno riferiti diversi elementi della ceramica e degli strumenti in pietra presenti tra i materiali raccolti al Palù. Gli elementi formativi della cultura sono riconoscibili solo in Liguria, mentre essa si diffonde nell’area padano-alpina come un’entità già ben costituita.
Connessioni con l’area balcanica sono evidenti durante la II fase nel tipo di motivi decorativi dei vasi, nella presenza di figurine femminili e di pintaderas, una sorta di timbri di terracotta. I contatti con il mondo transalpino sono invece documentati nella successiva III fase, quando si interrompono le relazioni con il mondo balcanico. Il Friuli occidentale rappresenta il limite più orientale raggiunto da questa cultura nella sua ultima fase, quando nei primi secoli del IV millennio a.C. si registra la sua graduale frantumazione e disfacimento a causa dell’espansione nell’Italia settentrionale dei gruppi Chassey e Lagozza, della costituzione nella regione alpina centrale di gruppi Tardoneolitici autonomi, della diffusione attraverso l’arco alpino di elementi culturali dell’Europa centrale e, infine, della penetrazione nella Pianura Padana sud-orientale di gruppi di derivazione peninsulare.
A partire dal 4.300 a.C. cominciano ad affermarsi in Liguria gruppi e tradizioni culturali di tipo occidentale affini a quelle del Chassey della Francia meridionale. Durante i primi secoli del IV millennio a.C., si forma nella Lombardia occidentale, grazie all’apporto di tali influenze, la cultura di Lagozza che dal suo centro formativo si estende verso oriente nei territori ove erano concentrate le ultime manifestazioni culturali dei Vasi a Bocca Quadrata. La cultura di Lagozza segna la fine del Neolitico nell’Italia settentrionale tra il 3.700 e il 3.500 a.C., quando essa viene sostituita da vari gruppi culturali ai quali si collega l’introduzione della metallurgia.
Nell’Italia settentrionale, le conoscenze sulla fine del Neolitico e l’inizio dell’età del Rame sono purtroppo ancora lacunose. Il problema della sopravvivenza di elementi ancora neolitici si interseca, infatti, con quello della comparsa di nuove entità culturali eneolitiche, giacché attestano la conoscenza della lavorazione del rame, ma che al momento assumono una consistenza geografica molto frammentaria e dei tratti della cultura materiale poco caratterizzati e distinti a differenza di quanto accade nella fase neolitica precedente. Il Palù costituisce perciò un sito di particolare interesse per comprendere la fase finale del Neolitico e il passaggio alla successiva età del Rame.